“Dio non ha dato la parola ai cani, per non mettere in difficoltà l’uomo!…”
Nell’articolo precedente, , abbiamo capito come sia importante ogni espressione, come e dove ci posizioniamo rispetto il cane, il tono della voce.
Ma come possiamo fare perchè questa nostra comunicazione efficace, venga recepita dal cane?
Ogni cane affida il proprio ascolto ai suoi svilupatissimi sensi; una corretta percezione delle situazioni, permette all’animale di muoversi con sicurezza, di affrontare con una certa fermezza determinate situazioni e magari, anche di anticipare certi movimenti.
Il nostro compito di bravi proprietari, è quello di aiutare il cane a sapere cosa si deve aspettare da determinate situazioni, a capire le nostre intenzioni e la nostra comunicazione, aiutarlo nella percezione degli eventi.
1) Date importanza alle piccole e specifiche situazioni, premiando la corretta interpretazione che il cane da. In base a come si comporta, come reagisce, come partecipa attivamente. Ricordandovi le regole di una sana comunicazione.
2) Rinforziamolo nei piccoli comportamenti che propone nelle situazioni.
3) Permettiamoli di poter attivare i suoi sensi. Deve poter sentire, odorare, gustare, toccare, vedere. Annusare per il cane è fonte di calma, di concentrazione, di raccolta informazioni.
Se il vostro cane, un giorno, sembrerà distratto e non vi ascolterà… non arrabbiatevi urlandogli il comando in modo imperativo. Ma provate a proporgli una piccola ricerca olfattiva, forse avrà bisogno di distendersi e staccare un pò la testa.
4) Utilizziamo delle parole chiave per ogni situazione. Ad esempio pappa, cuccia, guinzaglio, pallina. Ed usiamole nel contesto corretto, con il tono coerente. Non abusiamo delle parole chiave, per evitare di creare errate associazioni di comprensione.
Esempio: devo dare la pappa.
– Dirò Pappa e il cane arriva.
– Non dirò “la pappa te la preparo più tardi” perchè creo aspettativa nel cane, il quale riconosce solo la parola pappa e si attende la pappa. Non ricevendola, non capirà il senso della nostra comunicazione.
5) Coinvolgiamo il cane in tutte le piccole quotidiane situazioni, nelle quali è possibile e sensato che avvenga. E le arricchiamo di parole chiave e rinforzi.
L’insieme delle conoscenze acquisite dà luogo, infatti, a un piano d’esperienza che sarà utilissimo al cane in ogni situazione uguale o simile a quella che gli facciamo vivere.
Che cosa danneggia la percezione che il cane ha della situazione e di noi in quel momento?
La nostra incoerenza in termini di toni, prossemiche, mimiche, posture, rinforzi, forzature.
E poi?
1) Non permettergli di annusare e per il tempo che ritiene opportuno.
2) Portare il cane in contesti fastidiosi per lui.
Ad esempio in profumeria.
La vostra esigenza sarà di fermarvi, annusare, scegliere e vi servirà del tempo.
Il cane è probabile che vi tirerà per uscire, oppure marcherà, oppure iniziera a rotolarsi a terra, oppure emetterà una serie di starnuti.
Va capita la sua diversa prospettiva e percezione, non va obbligato a comportarsi come, un umano, in quel contesto, trova educato e coerente.
3) Cercate di favorire sempre le emozioni positive.
I comportamenti manifestanti le emozioni che il cane vive in una determinata situazione e le reazioni/comunicazioni che noi abbiamo di conseguenza, lo portano ad una determinata percezione e associazione.
Lo stress ci può essere, l’importante è che si tratti di uno stress positivo che porti un arricchimento, una crescita, un miglioramento nel cane.
Ketty